13/6/2023 12:30
Si chiama BrainNet, ed è il risultato di una ricerca delle Università di Washington e Carnegie. Ringrazio Giorgio Gronchi per la segnalazione. "Questo risultato apre le possibilità di future interfaccia cervello-cervello che forniranno una soluzione collettiva ai problemi delle persone usando un social network di cervelli connessi".
Così i ricercatori presentano l’esperimento, prima di spiegarlo nel dettaglio. In sostanza tre volontari giocano un tetris semplificato: due di loro, i trasmettitori, osservano il videogioco; Il terzo, il ricevente, non vede la metà inferiore dello schermo e può solo ruotare o meno di 180 gradi il pezzo che sta scendendo. I primi due pensano se girare il pezzo oppure no. Dopo aver scelto la mossa, guardano una delle due lampade con frequenze diverse accese di fronte a loro, provocando nella corteccia cerebrale attività diverse a seconda della lampada guardata.
Le variazioni rilevate dall’elettroencefalogramma (EEG) sono trasmesse in tempo reale al ricevente tramite stimolazione magnetica transcranica (TMS), che stimola i neuroni con deboli campi magnetici; in sostanza i segnali di EEG vengono tradotti in segnali di TMS alla corteccia occipitale della terza persona, che vede queste ultime come lampi di luce nel proprio campo visivo.
Questi lampi suggeriscono se il pezzo va ruotato oppure no; sulla base del "suggerimento" il ricevente decide mentalmente se ruotare il pezzo oppure no. La sua decisione mentale viene rilevata dai sensori EEG e poi trasmessa allo schermo dove il pezzo viene girato oppure no. I risultati dell’esperimento col Tetris? Una precisione media intorno all’81%.
E’ il primo passo verso una rete in grado di collegare i cervelli di centinaia o migliaia di persone. Le conseguenze? Una rivoluzione: immaginate di mettere in rete le menti di tutto il mondo per condividere informazioni o scambiarsi idee telepaticamente, senza tastiere né altri supporti. O di poter scaricare i ricordi su una chiavetta usb tramite computer; di registrare i sogni e condividerli con una brain-mail, o di installare nel vostro cervello file con nuove conoscenze.
Fantascienza? Nel 2013, il presidente americano Obama ha finanziato un progetto da 100 milioni di dollari per il brain reverse engineering, ovvero la codifica e la trascrizione dei percorsi cerebrali: in parole povere, per “copiare” il cervello.